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Work in Progress

Il tema di quel mese su CTRL era WIP. Ho pensato che come informatico dovrei saperne qualcosa a riguardo. Ma in realtà ho le idee confuse.

Arbore diceva che la Vita è tutto un quiz.  Secondo me è più probabile che la vita sia tutta un WIP.

— Link originale non più raggiungibile, riporto qui:

Il punto è che tanto più una cosa è facile da modificare, tanto più resterà in WIP. Il guaio è che il software è piuttosto facile da modificare. Anzi: tanto più sai scrivere software facili da modificare, tanto più sei figo. Sommaci l’eterna rincorsa alla novità, al miglioramento, alla nuova versione e il risultato è chiaro: WIP è normale, WIP è sano, WIP è ottimale. In questo modo puoi rilasciare un videogioco con sciami di bug e risolverli dopo, con una bella patch da distribuire su Internet. In questo modo tutti i software di punta, da Google, a Facebook, a Windows, sono in evoluzione, c’è anche adesso qualcuno che ci sta lavorando, sono in WIP anche loro.

Il Lavoro in Corso è diventato quasi una scienza: mettiamo che tu abbia un’idea e voglia realizzarla. Inizialmente sarà un WIP, per diventare nel giro di poco un MVP, ovvero Minimum Viable Product. Non è ancora un prodotto finito, probabilmente non lo sarà mai (te lo auguro), ma è comunque utilizzabile, ha il minimo necessario per essere utilizzato. Poi ci sarà una versione Beta (magari passando anche da una Alpha, ma non è obbligatorio), una pre-release, o release candidate, poi una prima versione, poi ovviamente le patch, poi si comincia a lavorare sulla nuova versione. Insomma, è tutto un grande WIP. No aspetta, MVP era dopo la Beta. O Prima? Boh, comunque il senso è quello.

Nel mentre puoi sfruttare anche tanti strumenti divertentissimi, come l’A/B testing. Consiste nello sviluppare due versioni leggermente diverse per sottoporle a due campioni diversi di utilizzatori e potenziali clienti. In base al feedback e all’analisi dell’utilizzo puoi decidere quali delle due versioni in WIP sia la migliore. Ma pensa te cosa non si fa per mantenere la P. Un software finito è poca roba, oppure proprio finito, nel senso di kaputt. Per essere vivo deve rimanere in WIP, ma per farlo è necessario che ci sia Progress, altrimenti si entra in una landa desolata.
Si finisce nel posto maledetto in cui finiscono i siti Under Construction da dieci anni e in cui sono finiti tutti i miei progetti iniziati perché sembravano una buona idea, ma dimenticati per mancanza di sbatta. Questi non sono WIP, sono accanimento terapeutico. Quindi il vero informatico non è stranito da WIP eterni, non li teme: anzi li asseconda, li coccola, li sopporta. Anche se delle volte vorrei cambiare lavoro.

Lawrence d'OrobiaWork in Progress

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