Serie TV

Perché Bandersnatch è completamente diverso da un librogame

Netflix pubblica un episodio di Black Mirror interattivo, in cui puoi fare delle scelte che modificano la storia, e la gente impazzisce. Divisi tra quelli che schifano il dover tenere il mouse a portata di mano e quelli che invece vedono nell’interattività il futuro delle serie televisive, quasi tutti i commentatori sono d’accordo su una cosa: il modo più veloce per spiegare cosa è Bandersnatch è paragonarlo a un librogame. Sbagliato.

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Ritorno alle puttane, ma anche altre storie affini

Qualche tempo fa ho scritto un post intitolato Storie di Troie e Questioni Affini: ho usato un termine appositamente un po’ edgy, che in qualche modo ha funzionato guardando i risultati di Google Search Console. Un po’ mi spiace perché magari quelle persone stavano cercando storielle sconce e invece io avevo scritto una ridotta antologia di Storie che a vario titolo mi avevano fatto pensare. In ogni caso mi sa che non ne sono troppo dispiaciuto, dato che sto per mettere un termine volgarissimo anche nel titolo di quest’altro post. Oddio, scrive post con puttane nel titolo!

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Electric Dreams, che è come Black Mirror, ma sa di retro sci fi

Bzz bzz. Mi vibra il telefono. Due vibrate lunghe di solito vuol dire Whatsapp. Oppure un SMS, ma nel 2018 è più probabile Whatsapp. Non ho idea di quale sia la suoneria che ho impostato: io ho sempre il silenzioso con vibrazione attivata. È L che mi chiede se conosco Philip K Dick per poi annunciare trionfante una nuova serie (Electric Dreams) basata sui suoi scritti.

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Sottotitoli, perché Netflix non è che può doppiare tutto

Una delle cose che finora avevo quasi ignorato e che Netflix mi ha fatto scoprire sono i film in lingua originale con sottotitoli in italiano, anziché doppiati. Mentre ero a Lisbona mi raccontavano che là, così come in diversi paesi del nord Europa, è una pratica piuttosto comune: quasi tutti i film sono solo sottotitolati, credo perché quelle lingue hanno mercato talmente ridotto che non ne vale la pena. Il risultato, dicono, è che in quei paesi parlano molto meglio l’inglese perché, fin da bambini, guardano film e cartoni in lingua originale. 

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From Dusk till Dawn, la prima stagione

Ho finito di vedere la prima stagione di From Dusk till Dawn. L’ho vista in italiano su Netflix e devo dire che tutto sommato si lascia guardare. Non è la migliore serie del mondo, ma ci sta. Manca un po’ l’ignoranza del film, se devo dirla tutta, mancano Banderas e Tarantino, ma questo l’ho già detto. E poi è chiaro: non puoi tirare fuori pezzi da novanta per una serie TV. A parte Kevin Spacey, lui può.

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Marseille: House of Cards à la française

Stando al riassunto della trama disponibile su Netflix, Marseille è molto simile ad House of Cards, ma su scala francese. O meglio: su scala comunale. Stando alle recensioni non è niente di eccezionale, anche i francesi ne parlano male. E poi a me Gérard Depardieu, specie negli ultimi tempi, sta un po’ sul cazzo. Insomma, vale la pena vedere almeno la prima puntata, dico io.

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From Dusk till Dawn, la serie

Ti ricordi quel film con Tarantino che per tutta la prima parte sembra proprio il classico film di Tarantino (con sparatorie, sangue e personaggi mezzi matti), ma che poi, nella seconda parte, tira in ballo vampiri, soprannaturale e maledizioni di una qualche popolazione precolombiana? Era Dal Tramonto all’Alba (From Dusk till Dawn), e ne hanno fatto una serie TV.

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