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Sottotitoli, perché Netflix non è che può doppiare tutto

Una delle cose che finora avevo quasi ignorato e che Netflix mi ha fatto scoprire sono i film in lingua originale con sottotitoli in italiano, anziché doppiati. Mentre ero a Lisbona mi raccontavano che là, così come in diversi paesi del nord Europa, è una pratica piuttosto comune: quasi tutti i film sono solo sottotitolati, credo perché quelle lingue hanno mercato talmente ridotto che non ne vale la pena. Il risultato, dicono, è che in quei paesi parlano molto meglio l’inglese perché, fin da bambini, guardano film e cartoni in lingua originale. 

A dir la verità mi ricordo che anche io da bambino ogni tanto vedevo cartoni in inglese, sottotitolati in italiano. Li trasmettevano su qualche emittente regionale o quasi, in quello strano territorio che veniva dopo il 7, cioè dopo dopo TMC. Prima del digitale terrestre Tele Monte Carlo rappresentava l’ultimo baluardo della televisione che provava ad essere di qualità, dopo quel canale era terra di nessuno. Terra di televendite e di Dio sa cos’altro. Dicevo: capitava che dovessi cercare dei cartoni in quella landa desolata e ogni tanto ne trovavo, persino. Erano dei classici Warner Bros, mi ricordo in particolare quel cartone con il gallo troppo cresciuto, decisamente fastidioso, che faceva non so bene cosa nella sua fattoria. Probabilmente se la prendeva con il cane da guardia. C’era anche un pulcino credo, anche lui fastidioso. Ecco: di quei cartoni in lingua originale probabilmente mi è rimasto solo il senso di fastidio, ecco perché non mi hanno insegnato alcuna parola di inglese. Erano troppo fastidiosi, molto meglio Italia 1 o Solletico sulla Rai.

Da allora ho detto basta ai film in lingua originale con i sottotitoli in italiano. Mi sono votato a quelli in inglese con sottotitoli sempre in inglese, per non perdermi nulla. Ma basta italiano. Realizzo solo ora che probabilmente è stata una scelta inconscia, una difesa psicologica dal gallo troppo fastidioso. Ero convinto che non sarei mai più entrato in quel mondo fatto di due lingue, una parlata, l’altra scritta, di cui conoscevo solo l’una e non l’altra. Invece Netflix mi ci ha ributtato.

Ho visto delle produzioni in giapponese ed altre in portoghese. Se proprio devo andare contro le mie difese psicologiche, tanto vale farlo sfruttando al massimo la vena malinconica che mi avrebbero dato queste due lingue, no? Non sono la persona più sveglia del mondo. Ma torniamo a noi.

Credo che alla fine un film sottotitolato sia molto meglio di uno doppiato malamente. Ci sta. Si riesce comunque a seguire la storia, senza perdersi la recitazione, i toni e via dicendo. Si impara per davvero qualche parola qua e là, e imparare fa sempre piacere.

Lawrence d'OrobiaSottotitoli, perché Netflix non è che può doppiare tutto

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