Nei dintorni di Piombino, cioè tutta la Val di Cornia, c’erano, già nei tempi antichi, miniere di importati materie prime. Giacimenti già conosciuti agli Etruschi, che di conseguenza qui ci hanno fatto i loro villaggi, incluse le necropoli (nome figo per cimitero antico). A Populonia, proprio sul Golfo di Baratti, c’è un parco archeologico dedicato proprio a una necropoli etrusca.
Quando sono in vacanza mi piace un sacco girare per vedere i momenti, le case, la storia del luogo. In spiaggia ci sto volentieri, ma non troppo a lungo. Come ogni persona ho una classifica dei periodi storici che mi interessano di più. Purtroppo in questa classifica gli etruschi vanno maluccio. Io preferisco periodi più recenti, diciamo dal medioevo (che sopporto a seconda dell’umore della giornata) a salire. Massimo dell’interesse? Rinascimento.
Perché gli etruschi non mi fanno impazzire? Non lo so, credo sia un altro caso di sano pregiudizio. In realtà un’idea ce l’ho, ma devo ancora formalizzarla. Torniamo a noi: sono andato a visitare il parco archeologico di Baratti e Populonia. Il parco è composto da due diverse necropoli: una bassa e una più alta. Per raggiungere quella alta bisogna farsi una passeggiata di circa 40 minuti tra i boschi, quindi per la prima visita ho preferito evitare.
La seconda è un percorsino di circa un’ora decisamente accessibile. La visita a una sola necropoli costa 9 euro, inclusa la guida. È una cifra del tutto ragionevole, soprattutto contando che la guida è inclusa. In più il sito archeologico ha dei costi di mantenimento, oltre che delle aree ancora da scavare, quindi contribuire pagando il biglietto fa quasi piacere.
La guida è un ragazzo giovane, preparato, simpatico e con l’immancabile accento toscano. Porta i turisti in giro per la necropoli snocciolando le curiosità e la storia del luogo.
Esistono tre diversi tipi di sepoltura nel sito di Populonia: a tumulo, a edicola e in sarcofago.
I sarcofagi sono quelli meno interessanti, insomma roba già vista. Una bara di pietra con il coperchio. Era utilizzata dalla classe medio alta, quelli un pochino più ricchi dei poveracci (che invece finivano nelle fosse comuni). A Populonia c’è un sarcofago interessante, perché è fatto con un tipo di pietra proveniente dall’alto Lazio, circa 150 kilometri più a sud. Ora: sapete che ai tempi degli etruschi non c’era Amazon Prime, quindi farsi mandare una bara in pietra da quella distanza non era di certo la normalità. Gli archeologi hanno due teorie: il tizio è morto là e poi, su volere dei familiari, l’hanno portato a Populonia; oppure una qualche nave di passaggio commerciava anche sarcofagi e qualcuno ha pensato bene di comprarsi una bara originale.
Le tombe a tumulo sono generalmente tonde, con delle stanze all’interno e una copertura di terra. Sono le tombe dei personaggi davvero ricchi, che si facevano seppellire con tutto quello che sarebbe servito nell’aldilà (un po’ come gli egizi). In un caso è stato trovato anche un carro. Questi ricchi erano davvero in fissa con i grechi: all’interno delle tombe sono stati trovati molti oggetti di origine ellenica. Tra questi oggetti c’erano anche i contenitori dei profumi. I profumi dei tempi erano una sorta di olio ed erano davvero molto costosi. Le donne ostentavano la propria ricchezza portandosi le boccette al polso, boccette che facevano ancora più scena se di origine ellenica.
Infine le tombe a edicola, una via di mezzo tra lo sfarzo dei tumuli e la mediocrità dei sarcofagi. Sono rare e in sostanza sono una sorta di casetta di pietra (nell’immagine principale ho messo la tomba a edicola più famosa di Populonia). Quella nella foto è stata chiamata Tomba del “Bronzetto dell’Offerente”, perché all’interno vi hanno trovato una statuetta di bronzo che rappresenta un uomo nell’atto di fare un’offerta.
Conclusioni
Quello di Populonia e Baratti è un sito archeologico molto interessante, anche perché è presente una acropoli più in alto (che però non ho visitato) e una rocca medioevale più in alto ancora (a cui dedicherò un articolo più avanti). Quindi se ci passate vi consiglio un giretto. Se no c’è una spiaggia proprio davanti, con una bella pineta.
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