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La Stagione della Caccia di Andrea Camilleri

Quindi, dicevamo, L mi ha prestato cinque libri di Camilleri anziché quello che mi avevano consigliato. Il primo che ho letto è stato Il Birraio di Preston, al quale ho immediatamente fatto seguire La Stagione della Caccia. Che a sua volta ho finito in due sere (va beh, lo ammetto, è corto corto, tipo 150 pagine).

Secondo libro di Camilleri che leggo e seconda volta che per qualche motivo svio Montalbano. La Stagione della Caccia, come Il Birraio di Preston, non ha il famoso ispettore come protagonista. C’è il paese (Vigàta), c’è il capoluogo (Montelusa), ci sono i siciliani e il siciliano, ma non l’ispettore Montalbano.

Le vicende narrate sono quasi storiche: per la trama Camilleri ha preso spunto da un fatterello letto in un report sullo stato della Sicilia a pochi anni dall’Unità d’Italia. Non vi posso dire che fatterello, perché sarebbe uno spoiler pazzesco. Però posso dirvi che uno straniero appena insediato a Vigàta porta curiosità e in qualche modo sconvolge la tranquillità del paesello. In concomitanza una delle famiglie nobili del paese subisce lutti a ripetizione, il marchese tenta di ottenere un nuovo erede maschio attraverso metodi non convenzionali, tutti vengono a conoscenza dei segreti di tutti, che però rimangono segreti per i diretti interessati.

C’è comunque un ispettore (il cui vero titolo è delegato) che però rimane un personaggio secondario. C’è uno zio creduto morto diventato in realtà ricchissimo negli Stati Uniti, e c’è la consueta ironia di Camilleri. Un romanzo a metà tra lo storico, il giallo e il dramma famigliare. Davvero interessante. E nel frattempo il mio siciliano continua a migliorare, lo dice anche la mia collega A.

Nota sulla copia di La Stagione della Caccia di L: sono rimasto un po’ deluso dal fatto che non era in pessimo stato come il primo dei cinque libri che ho letto. Appariva lo stesso ferito e segnato da una discreta usura, ed odorava vagamente di tabacco.

Lawrence d'OrobiaLa Stagione della Caccia di Andrea Camilleri

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