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Il Treno di Notte per Lisbona

Uno professore svizzero, una ragazza misteriosa, con un misterioso cappotto rosso e poi un libro ancora più misterioso, al cui interno si trova un biglietto valido per raggiungere la capitale portoghese: Lisbona. Ovviamente uno che fa? Molla tutto e parte per il Portogallo.

Il libro si rivela uno scritto denso di significato, tanto che lo svizzero arriva a credere di averlo scritto lui, tanto viene colpito dalla profondità e dalla vicinanza delle questioni di cui parla. In realtà il libro è stato scritto da un altro, un portoghese che ha in qualche modo avuto un passato turbolento, una vita vissuta in parte sotto la dittatura di Salazar.

Ecco: a tal proposito, proprio qualche mese fa, mi ero letto qualche cosa riguardo a Salazar e alla sua dittatura. Fa un po’ strano pensare che il dittatore sia caduto solo nel 1974. Il dittatore di uno stato che ora è nell’Unione Europea. Ci sono stato nel 2014 a Lisbona, senza nemmeno dover fare visti o permessi, senza dogane, due ore di aereo. Il 1974 sembra davvero vicino, così come la relativa rivoluzione portoghese. Quindi niente, mi sono fatto prendere un po’ bene.

Si, perché scavando nella storia dello scrittore, alla ricerca di non so che tipo di risposte, lo svizzero scopre proprio quel periodo, quello che ha portato alla rivoluzione dei garofani. Rivoluzione incruenta, ma la cui preparazione è passata attraverso le classiche fasi della lotta alle dittatura: rivoluzionari, polizia segreta, torture, uccisioni.

Il misterioso scrittore ricomincia a vivere grazie allo svizzero che, a spasso per Lisbona, parla con la moglie, gli amici, i preti del defunto. Riporta a galla storie dimenticate o che la maggior parte voleva dimenticare. Un film storico e introverso, che per vocazione risulta lento e prolisso. Insomma, non è un capolavoro ma ha alcuni spunti interessanti. Devo tornare a Lisbona.

Lawrence d'OrobiaIl Treno di Notte per Lisbona

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